Dopo l’articolo introduttivo è ora di addentrarci nel cuore degli aspetti teorici concernenti lo sviluppo di videogiochi.

Nello sviluppo videoludico occorre valutare attentamente quante e quali risorse impiegare nel progetto, distribuendo la qualità nel gioco senza creare scompensi o problemi “ritmici”. 

In quest’ottica risultano fondamentali i quattro pilastri dello sviluppo: narrativa, tecnologia, estetica e meccaniche

Attorno a questi si costruisce uno sviluppo omogeneo, cercando di dare maggior spazio ad un aspetto piuttosto che un altro. La percentuale di risorse impiegate per un ‘pilastro‘ ha un impatto rilevante sull’economia qualitativa del gioco

Raramente si trovano giochi sviluppati con investimenti equipollenti in tutti e quattro i settori: è una questione di equilibrio.

  • Narrativa

Numerosi titoli hanno fatto la loro fortuna grazie alla loro capacità di raccontare una storia, con una costruzione coerente e convincente.

La narrativa diventa centrale: il gameplay diventa coerente con la narrazione, la grafica e l’impatto visivo devono avere un valore narrativo e la tecnologia deve supportare tutto.

Un concetto utile da tenere presente è legato al rapporto gameplay-narrativa: la depth; da un punto di vista narrativo, un gioco ha una depth alta, se ha un’alta densità di narrativa di background.

Un gioco poggiato maggiormente sul pilastro narrativo curerà maggiormente la storia e la narrazione; le meccaniche non vengono trascurate, ma non servono per forza meccaniche originali, piuttosto serve un game feel efficace.

 

Esistono giochi mediocri, ma di successo per il loro contesto narrativo; i personaggi possono essere:

    • inventati o immaginari
    • tratti da un libro o un fumetto
    • tratti da un film
    • tratti dalla realtà 

A titolo di esempio, Slap and Beans sviluppato da Trinity Team è diventato un successo proprio per l’utilizzo di attori iconici come Bud Spencer e Terence Hill. 

Risulta fondamentale il mantenimento della connettività diegetica: tutto nella costruzione del nostro gioco deve essere consistente e coerente con la narrativa di fondo

Come sviluppatori di un gioco narrativo, dobbiamo evitare lo stereotipo del walking simulator (gioco praticamente privo di gameplay) ed usare escamotage che facciano sentire meno imbottigliato il giocatore:

    • Spazi esplorabili aperti
    • Quest assegnate che non ricorrono all’uso di un quest giver
    • Minimizzare la quantità di documenti testuali utili al world building
    • Variazione del gameplay durante la progressione del gioco

Un gioco narrativo può ricorrere a multipli rami narrativi e a finali multipli per incrementare la rigiocabilità, a discapito di un aumento della complessità produttiva e del costo del progetto.

 

Una possibile soluzione ibrida è utilizzare un finale predeterminato, premiando i giocatori con sezioni di gioco facoltative. Ad esempio, un giocatore termina il gioco, ma la percentuale di completamento è ancora al 40%: rigiocando potrà recuperare collezionabili, aree inesplorate o altri contenuti extra.

  • Tecnologia

La scelta tecnologica concorre direttamente al tipo di esperienza e game design che verrà sviluppato. Essa si basa fondamentalmente sul tipo di game engine utilizzare per la realizzazione del proprio prodotto.

Molti titoli hanno puntato fortemente su determinati engine per sfruttare determinate feature attorno alle quali costruire il proprio gioco. Le diverse funzioni degli engine generano varie possibilità di design.

 

Oltre a questo, i videogame ‘tecnologici’ sono giochi che strutturano la propria identità nella potenza di feature o aspetti tecnici propri:

    • Mappe infinite o vastissime
    •  
    • Simulazioni fisiche e chimiche curatissime
    • Generazione procedurale di contenuti
    • Combinazione tra gioco e IT o cloud computing
    •  
    • E molto altro…

Si fa quindi riferimento a videogames che costruiscono un’identità e gameplay originale grazie all’utilizzo di tecnologie particolari o specifiche.

  • Estetica

Direttamente conseguente all’engine utilizzato, il comparto grafico ed estetico sono centrali per tutto lo sviluppo di un videogioco.

Un gioco, generalmente, ricerca la propria identità soprattutto nel come si presenta esteticamente:

    • Grafica realizzata da artisti famosi
    • Stile grafico ricercato o particolare
    • Unione tra narrativa ed estetica
    • E molte altre possibilità…

L’estetica rappresenta l’identità visuale di un gioco: anche dopo anni, una determinata estetica può essere più o meno efficace

Un’estetica insufficiente è sempre un difetto, persino nel gioco più divertente del mondo: senza un’estetica riconoscibile, il nostro gioco non avrà fortuna sul mercato a causa di un’identità debole.

Ad esempio, giochi come Foreclosed di Antab Studios o Horizon Zero Down di Guerrilla Games non presentano formule particolarmente innovative, ma hanno uno stile estetico davvero originale e capace di catturare l’attenzione dei giocatori.

Nel mondo indie l’estetica è ancora più centrale poiché rappresenta il biglietto da visita per eccellenza all’interno del mercato. Più lo stile del gioco è unico, più possibilità si hanno di farsi notare: a quel punto sono il sistema di gioco e la trama a fare la differenza.

  • Meccaniche 

Le meccaniche sono procedure con cui le risorse si relazionano con gli eventuali effetti nel gioco; l’insieme delle meccaniche di gioco forma la dinamica di gioco.

    • Le meccaniche sono gli strumenti e le logiche da usare per raggiungere l’obiettivo posto dal gioco.
    • Le dinamiche rappresentano le azioni ed i comportamenti che il gioco favorisce nei giocatori.

Più si aggiungono meccaniche, più il gioco aumenta in complessità; ricordiamoci però che la complessità delle meccaniche non determina la complessità delle dinamiche: ad esempio, Tetris è un gioco basato su meccaniche semplici, ma la sua dinamica risulta complessa. 

I giochi basati sulle meccaniche sono quelli che ruotano attorno ad un meccanica originale e pienamente funzionante.