Kingdom Come: Deliverance, è un Action RPG in prima persona ambientato in Boemia, che corrisponde pressoché all’attuale Repubblica Ceca, nel 1403. Kingdom Come: Deliverance ha fatto della sua fedeltà storica il suo cavallo di battaglia (anche se per molti è tristemente noto a causa dei molteplici e invasivi bug che affliggevano le prime versioni del gioco soprattutto su console). Possiamo notare ciò fin dai primissimi istanti del videogame durante i quali viene presentata la situazione geopolitica dell’epoca successiva alla morte dell’Imperatore del Sacro Romano Impero Carlo IV. Infatti, il videogame è ambientato pochi giorni prima del 23 marzo 1403, in questa data la città Skalica, città natale del protagonista e sede di importanti miniere d’argento, fu obiettivo di saccheggi da parte di Sigismondo di Lussemburgo, il quale si servì di mercenari cumani. Questo saccheggio ad opera di Sigismondo di Lussemburgo è da inserirsi nella catena di eventi scaturiti alla morte di Carlo IV e l’ascesa al trono del figlio Vecenslao. Egli, a differenze del padre, venne descritto con toni poco lusinghieri, come un pessimo sovrano attento solo ai piaceri della vita. Tuttavia, in Boemia, venne spesso descritto come un buon sovrano. Ciò che conta però è che con l’ascesa al trono di Vecenslao il regno di Boemia entrò in un periodo di violenti tumulti. La causa di tali violenze fu il fratellastro e Re d’Ungheria di Vecenslao ovvero, Sigismondo di Lussemburgo, noto anche con il soprannome di ‘La volpe rossa’ (Antonín 2017). Facendo leva sulla debolezza del fratello lo fece rapire e, con il trono vacante, Sigismondo poté saccheggiare le ricche terre ceche, con l’ausilio di forze mercenarie cumane, senza incontrare notevoli resistenze. In questo contesto realmente accaduto noi impersoneremo Henry, un ragazzo comune che, attraverso una serie di eventi si troverà a servire Radzig Kobyla (nome germanizzato), capo della resistenza anti-Sigismondo e leale all’Imperatore Vecenslao (Stubbs 1908). Personaggio realmente esistito, fu il gestore delle famose miniere d’argento di Skalica. Come ho descritto in precedenza, fin dalle fasi iniziali Kingdom Come: Deliverance si pone come un RPG immerso in un contesto geopolitico reale e, come vedremo, in un mondo altamente verosimile grazie anche all’inserimento di numerosi e notevoli dettagli realistici e storicamente veritieri. Prima di addentrarmi nei numerosi dettagli che contraddistinguono questo titolo, è interessante conoscere la genesi di Kingdom Come: Deliverance. Il titolo nacque come un progetto indipendente e incappò fin dalle sue origini in numerose difficoltà nel trovare un investitore. Difficoltà causate principalmente dalla volontà degli sviluppatori di creare un videogame che rappresentasse il medioevo il più possibile fedele alla realtà e alla sua ambientazione inusuale sia a livello geografica che temporale. Inoltre, con tali premesse, si negò ogni possibilità di inserire elementi fantasy che spesso vengono legati ai videogames a tema medievale. Queste difficoltà furono, infine, superate grazie ad una campagna Kickstarter (Kickstarter 2015) che ebbe fin dall’inizio un successo dirompente, a dimostrazione che i videogames RPG a tema medievale possono avere un successo commerciale anche senza avere necessariamente degli elementi fantasy. Fatto che, a detta degli sviluppatori, non è molto scontato per i grandi publisher, infatti è emblematica la frase “It’s very nice, but not thanks. It’s too Czech, too historic, too realistic, no magic etc.” che gli sviluppatori si sentirono spesso dire dai vari publisher che rifiutarono di sostenere il loro progetto. Colgo l’occasione per invitarvi a visionare il documentario ‘Deliverance: The making of Kingdom Come’ nel quale gli sviluppatori raccontano il processo creativo del titolo e lo storico consulente Petr Čornej, professore di Storia dell’Università di Praga, parla del suo ruolo nello sviluppo e dalle famose critiche alla mancata rappresentazione delle minoranze etniche all’interno di Kingdom Come: Deliverance nei primi mesi della sua uscita. Esaurito questo piccolo excursus riprendo l’attenzione sui dettagli che contraddistinguono questo titolo. Come detto in precedenza gli sviluppatori, grazie anche all’aiuto di consulenti storici, hanno prestato un’eccezionale attenzione a particolari storici e di realismo di ogni genere. Mi accingo ora a descrivere una serie di dettagli che hanno colto il mio interesse e che ritengo emblematici della dedizione degli sviluppatori posta in Kingdom Come: Deliverance. Inizio con un ‘classico’: girovagando per i vari villaggi boemi riprodotti in questo titolo ci si può imbattere in alcuni maiali, i quali sono correttamente rappresentati con il manto scuro e pelliccia sul dorso a differenza dei maiali rosa che tutti noi conosciamo e abbiamo bene in mente.

A differenza della pressoché totalità degli RPG in questo titolo è necessario prestare attenzione all’igiene personale del protagonista e alla pulizia del suo equipaggiamento con metodi ovviamente molto semplicistici, pena pesanti debuff nella relazione con gli NPC. Mantenendo il tema vestiario, il nostro protagonista può indossare una vasta gamma di abiti e armature per comporre il suo abbigliamento, il quale è composto da vari capi di vestiario che comprendono anche indumenti da indossare sopra, o al di sotto, dell’armatura. Tuttavia, se questo dettaglio aumenta il realismo del titolo, numerosi pezzi d’armatura e indumenti indossati anche dagli NPC risultano anacronistici.

Come scritto nell’introduzione, Sigismondo si servì di forze mercenarie cumane per condurre le sue scorribande nelle terre boeme e, in Kingdom Come: Deliverance, incontriamo per la prima volta queste forze durante la razzia di Skalica. Dopo questo episodio è possibile imbattersi in ulteriori mercenari cumani proseguendo nella trama di gioco o tramite eventi casuali. Questi soldati vengono dipinti come dei barbari o anche dei veri e propri demoni da parte della popolazione.

Qualora il giocatore dovesse far indossare al protagonista l’armatura di questi soldati, egli soffrirà di debuff a causa dell’intimidazione che tale armatura suscita sui civili cechi. Così come armature cavalleresche scintillanti offrono bonus sul carisma. Infine, per quanto riguarda i cumani, essi hanno vari dialoghi incomprensibili all’orecchio del protagonista poiché parlano nella loro lingua.

Nel documentario ‘Deliverance: The making of Kingdom Come’ il team di sviluppo puntualizza come uno dei principali obbiettivi fosse la corretta rappresentazione della vita di quel tempo. Possiamo apprezzare tale impegno osservando i numerosi lavoratori delle città, dei villaggi, delle falegnamerie e delle miniere nella mappa di gioco. Incominciando dal padre di Henry, un famoso fabbro, che nelle prime fasi di gioco è impegnato nella forgiatura di una spada per Radzig Kobyla. Cionondimeno è possibile visitare ulteriori fabbri e osservare la loro routine di lavoro. Rimanendo nell’ambito dei lavoratori le figure dei falegnami e dei carbonari, o meglio i loro luoghi di lavoro, suscitano interesse grazie alla loro ottima rappresentazione particolarmente fedele che permette di esaminare degli antichi processi lavorativi ai più quasi sconosciuti ma che all’epoca costituivano un ruolo molto importanti per l’economia e il modo di vivere.

Anche per il combattimento gli sviluppatori di Warhorse Studios hanno posto una particolare attenzione, utilizzando come materiale di base antichi codici medievali e la consulenza di esperti per creare un sistema di combattimento capace di dare l’idea di cosa volesse dire un duello nel XV secolo, infatti i combattimenti di Kingdom Come: Deliverance risultano molto tecnici, lenti e ragionati.

Il dettaglio realistico/storico che probabilmente maggiormente contraddistingue Kingdom Come: Deliverance è senz’altro l’analfabetismo del protagonista il quale per poter leggere i vari, ma giustamente limitati, testi presenti nel videogame necessità di lezioni ed esercizio. Qualora si dovesse tentare di leggere un libro da analfabeti ci troveremmo di fronte ad un testo incomprensibile. Man mano che Henry, il protagonista del gioco, aumenta la sua familiarità con la lettura e le varie opere letterarie il testo prenderà, gradualmente, la sua forma reale e comprensibile.

I vari tomi presenti nel titolo riproducono visivamente i manoscritti medievali senza dimenticare abbellimenti e miniature medievaleggianti che tutti noi conosciamo. L’attenzione allo stile medievale non si risparmia ai soli tomi manoscritti ma si può notare una grandissima attenzione anche alle varie decorazioni all’interno di castelli, dimore nobiliari, monasteri e chiese. In tutti questi ambienti le decorazioni pittoriche così ben curate favoriscono sensibilmente l’immersione del giocatore, così come la ricostruzione degli ambienti interni; dai saloni alle camere da letto, con particolare attenzione alle cucine e magazzini, i quali ospitano delle cantine ipogee scavate nella pietra viva creando, così, un ambiente fresco dove conservare più a lungo i cibi, una sorta di frigorifero naturale, tecnica di antico uso molto efficace per la conservazione dei cibi (Christine 2013).

Nel già citato ‘making of’ di Kingom Come: Deliverance, gli sviluppatori, ma anche lo storico e consulente Petr Čornej, si concentrano particolarmente nel commentare la precisione con cui il team sia riuscito a ricostruire una porzione di territorio e suoi antichi centri abitati partendo dai resti di alcuni edifici come i due castelli di Rattay, campanili, torri, la fisionomia delle città più grandi che ricalca gli odierni centri storici di tali centri abitati. Durante il parlato scorrono diverse immagini di comparazione fra edifici reali ed edifici ricostruiti digitalmente dimostrando, così, il considerevole lavoro svolto dai ragazzi di Warhorse Studios.

Questi innumerevoli dettagli storico/realistici e architettonici, hanno permesso di alimentate sensibilmente la sensazione di star vivendo un’avventura in piena epoca medievale piuttosto verosimile.

Il titolo non ha avuto risalto soltanto nel mondo videoludico, in parte anche molto negativo a causa dei numerosi bug, ma anche nel mondo reale e in diversi ambiti. Dalle sterili lamentele sulla mancanza di personaggi di colore all’interno dell’opera al diventare ‘mascotte’ per la promozione del turismo nelle aree rappresentate nel gioco, passando attraverso una fugace presenza nelle aule universitarie di storia di Praga.

In questa sede mi soffermerò solo sull’aspetto turistico che ha assunto il titolo. In modo similare, ma di portata decisamente minore a causa dell’elevata fama raggiunta dal titolo che citerò a breve, ad Assassin’s Creed II, che con il suo successo creò un interesse turistico nel paese di Monteriggioni con tanto di numerosi tour a tema Assassin’s Creed, il titolo di Warhorse Studios è stato utilizzato per spingere e favorire il turismo nelle zone in cui l’opera videoludica è ambientata. Non è difficile trovare numerosi siti come Kingdom Come: Deliverance tour guide (Mapotic 2015) che permettono al turista di individuare i luoghi d’interesse ricreati in Kingdom Come: Deliverance e raggiungerli facilmente. Oltre a questi siti più o meno ufficiali lo stesso ente turistico (Cesty a Pamatky 2019) ceco distribuì dei poster con il compito di guidare il turista nella città moderna verso i luoghi ancora esistenti e presenti nel titolo da loro amato.

Infine, non posso non spendere due parole sul ben nutrito codex presente nell’opera, il quale offre numerose informazioni storiche su disparati temi come: le professioni dell’epoca, i molti personaggi storici che incontriamo durante la nostra avventura, gli eventi storicamente accaduti che influenzano il mondo di gioco e altri accadimenti accennati nei dialoghi con gli NPC. Senz’altro questa moltitudine di informazioni riesce a soddisfare la curiosità dei giocatori appassionati di Storia, oltre che al gioco in sé.

Simone Vitolo

Università di Torino

Bibliografia
  • Antonín, R. (2017). The ideal Ruler in Medieval Bohemia, Brill, Leiden-Boston, 298-310.
  • Cesty a Pamatky (2019), Stribrna-Skalice, cestyapamatky.cz (ultima visita 08/08/2021)
  • Christine Lawrie (2013), Medieval Food Preservation, leobalecelad.wordpress.com (ultima visita 08/08/2021)
  • Kickstarter (2015), Kingdom Come: Deliverance, kickstarter.com (ultima visita 08/08/2021)
  • Mapotic (2015), Kingdom Come: Deliverance – Tour Guide, mapotic.com (ultima visita 08/08/2021)
  • Stubbs, W. (1908). Germany in the Later Middle Ages, 1200-1500, Longmans, Green and co., Harlow, pp. 147-148.